SONGS OF FAITH AND DEVOTION LIVE
 
 
Viviamo in un'epoca che brucia i suoi miti, prosciuga le sensuali energie dell'anima con violenta disperazione; dunque questo secondo live nella fortunata carriera dei Depeche Mode giunge inaspettato, ed è una sfrontata replica dell'accattivante "Songs of Faith and Devotion" di pochi mesi fa (cfr. n. 152). Inaspettato e sfrontato perchè il quartetto inglese contravvenendo alle leggi inesorabili dell'usa e getta ribadisce il valore ed il sentimento profuso in quell'opera discografica, inaspettato e sfrontato perchè per la prima volta una band accetta il paragone col suo originale e decide di confrontarsi con la sua perfezione.
Registrato in grande parte al Forum di Assago durante il concerto del 4 Giugno scorso, "Songs of Faith and Devotion live" ripropone la stessa identica scaletta dell'omonimo album di studio; la macchina esecutiva dei Depeche Mode (abbiamo avuto modo di constatarlo di persona) possiede una potenza davvero poderosa, e per amministrare meglio le sue energie dà l'impressione di rallentare appena un pò la velocità dei brani, conferendogli così un'aria misterica, quasi sacrale.
Le voci, i cori (soul!!!) in giornata di grazia rendono addirittura più convincenti ed appassionanti le esecuzioni di "Walking in my shoes", "Condemnation", "Judas", "Get right with me", "One caress", "Higher love", il dilatarsi nel tempo conferisce loro grazia e rotondità, persino "I Feel You" si libera di quelle tentazioni sonore che ci avevano fatto presagire di un album (quello in studio) virato colore U2 e torna a condividere l'incedere maestoso e sornione così tipico delle canzoni dei Depeche Mode.
Si ascolta il pubblico, l'emozione è palpabile e si fa riconoscere tra i presenti: questo live vuole riportare in strada, o meglio nell'atmosfera ribollente dei palasport le canzoni perfette della band, senza sacrificare le sfumature crepuscolari alla solarità dell'impatto. Smentendo il cinico scetticismo dei detrattori: qualcuno aveva ancora dubbi sulla loro carnale esistenza?
 
 
 
FERNANDO FANUTTI