DEPECHE MODE
"A Broken Frame"
Mute
Il secondo LP dei Depeche Mode rappresenta una piacevole sorpresa : la band infatti, si propone in una fase di transizione, curando con precisione e misura tutti i nuovi aspetti del suo stile. Accanto alle canzoni romantiche e molto semplici che li hanno sinora caratterizzati i Depeche Mode propongono alcuni episodi davvero sorprendenti per freschezza e raffinatezza delle sonoritą elettroniche. Entrati in una nuova immagine. un mood crepuscolare e riflessivo, i D.M. hanno saputo cogliere le piu' dinamiche intuizioni dei Kraftwerk, rendendone appieno l'immediatezza ed il potere evocativo. La prima side mi pare particolarmente interessante, presentando probabilmente gli episodi piu' efficaci. "Leave in silence" (il piu' recente 45) rende gią l'idea del cambiamento in atto: l'uso dei cori in chiave decadente, il nuovo modo di cantare (piu' sommesso ed espressivo), l'ottimo assolo di synth che illumina il finale: semplici ed apprezzabili tentativi di rinnovamento che caratterizzano il brano in modo simpatico. Un hit. "My secret garden" č unbrano altrettanto piacevole, giocato su ritmi sintetici e notturni, con aperture liriche e danzabilitą invitante. "Monument" č forse il brano piu' in teressante dell'opera. con un incedere acquatico e arcano, un clima di mistero sprofondato nelle tenebre febbrili dell'incubo. E' senza dubbio positivo che i D.M. abbiano una padronanza tenica fantasiosa e duttile, certamente piu' matura rispetto alla discontinua prova d'esordio. La semplicitą di questo nuovo disco non č mai irritante, ma rappresenta la caratteristica distintiva della band, evidenziandone le possibilitą e i limiti in modo molto onesto. Per questo motivo "A broken frame" č uno dei dischi piu' piacevoli di questo autunno, mescolando visioni moroderiane e romanticismo schietto "Nothing to fear" č l'unico strumentale. molto orecchiabile e ritmato, uno di quei brani che si canticchiano facilmente e favoriscono le considerazioni sentimental i (eccellenti le digressioni ritmico-iterative che ravvivano la struttura meloaica). 'The sun and the rainfall', posto in chiusura dell'album, ricorda "Computerlove" dei Kraftwerk. Anche in questo caso il clima č piuttosto malinconico, intimo e riservato, affidando ai synths il compito di esprirriere il feeling della solitudine e dell'amore. Mi piace molto 'Shouldn't have done that', che si distingue rispetto al resto del nuovo materiale grazie alla calda impostazione vocale. in una specie di ballata tradizionale rivisitata con dolcezza e calore. Perfettamente accostabile alla splendida cover dell'album. con molte probabilitą la migliore dell'anno. Ci sono, naturalmente, alcuni brani ancora legati alla vecchia immagine del gruppo ('The meaning of love', 'A photograph of you'), e non eccessivamente soddisfacenti.
Comunque, credo che si possa riconoscere ai Depeche Mode il merito della buona volontą, non disgiunto da un'effettiva e decisa strategia d' evoluzione. Il tempo ci dirą se i Depeche Mode saranno in grado di esprimersi in maniera piu' rigorosa e meno commerciale.
Per ora, buon ascolto.
Alessandro Calovolo